Cena da mia sorella con i nipotini.
Allo scoccare delle 21, mia mamma, rivolta verso di me e verso il mio babbo:
"Dai, sbrigatevi, devo tornare a casa a tagliarmi le unghie..."
No comment, punto.
(grazie a La mamma Graziella!)
lunedì, aprile 23, 2007
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Fischia il vento, urla la bufera
RispondiEliminaScarpe rotte eppur bisogna andar
A conquistare la rossa primavera
Dove brilla il sol dell'avvenir.
Ogni contrada è patria del ribelle,
Ogni donna a lui donò un sospir
Nella notte lo guidano le stelle,
forte il cuore e il braccio nel colpir.
Se non ci coglie la cattiva sorte,
dura vendetta verrà dal partigian,
ormai sicura è già la triste sorte
del fascista vile traditor
Cessa il vento,
calma è la bufera
Torna a casa il fiero partigan
Sventolano la rossa sua bandiera
Vittoriosi e alfin liberi siam.
Penso che il paso ormai abbia oltrepassato il limite della normalità... Ormai mette montagna e partigiani ovunque...
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